La circostanza che, mentre siamo ancora immersi nella pandemia, l’aggressione russa all’Ucraina generi comprensibilmente un’angosciosa attenzione nei confronti di un’altra, e per molti versi più temibile, tragedia globale, sta rendendo più difficile (almeno al di fuori della cerchia degli addetti ai lavori) la diffusione della consapevolezza che quello che si è aperto con SARS-CoV-2 sia non tanto un’emergenza straordinaria, quanto piuttosto il primo atto di una situazione di emergenza ordinaria, potremmo dire di ordinarie pandemie, da ricollegarsi essenzialmente allo scompenso nel rapporto tra salute umana, animale e ambientale, e che, avendo caratteri globali, richiede di essere affrontata con strumenti e prospettive altrettanto globali. (…)