Le richieste di Lombardia e Veneto volte ad ottenere maggiore autonomia in materia di regolamentazione dell’attività libero-professionale intramuraria offrono alcuni spunti di riflessione in merito alle potenzialità, nonché soprattutto ai limiti e alle contraddizioni del regionalismo differenziato in materia sanitaria. Benché infatti in tale ambito siano in astratto ammissibili richieste di attribuzione di forme ulteriori di autonomia, il presente contributo mostra come, in concreto, i margini di manovra a disposizione delle Regioni siano piuttosto limitati, sia per la necessità di preservare una disciplina uniforme della materia su tutto il territorio nazionale, sia a causa della formulazione letterale delle clausole contenute nelle bozze di intesa.
The requests of Lombardy and Veneto aimed at obtaining greater autonomy in the regulation of intramoenia professional activity offer an interesting point of reflection for the assessment of the potential, as well as of the limits and contradictions of asymmetric regionalism in health matters. Although in this area, in theory, requests for the attribution of further forms of autonomy are admissible, this contribution shows how, in practice, the margins of manoeuvre available to the Regions are rather limited, both for the need to preserve a uniform discipline of the subject throughout the country, and because of the literal formulation of the clauses contained in the draft agreements.