Il contributo pone in rilievo la doppia vocazione del ricovero presso le REMS: la funzione di contenimento della pericolosità sociale e il carattere terapeutico-riabilitativo. In tale contesto, assume centralità la definizione di un progetto individualizzato che consente al reo d’intraprendere un percorso di cura e di riabilitazione sociale. Alla luce delle argomentazioni di Corte cost. n. 22/2022 e della declinazione del principio volontaristico in ambito psichiatrico, il profilo che viene analizzato riguarda il caso in cui l’autore di reato, affetto da disturbo psichiatrico e sottoposto al ricovero presso una REMS, non abbia prestato il proprio consenso a tale programma terapeutico. L’elaborato affronta, inoltre, la problematica relativa all’uso delle misure di contenzione in una prospettiva che potrebbe apparire più conforme al definitivo superamento della prassi di coercizione quale era propria dei manicomi.
The contribution highlights the dual role of hospitalization in REMS: the function of containment of social dangerousness and the therapeutic-rehabilitative character. In this context, an individualized project, that allows the offender to embark on a path of treatment and social rehabilitation, assumes centrality. According to the considerations of Constitutional Court no. 22/2022 and the declination of the voluntaristic principle in the psychiatric field, the profile being analysed concerns the case that the offender, suffering from psychiatric disorder and subjected to hospitalization in a REMS, has not given his consent to the therapeutic program. The paper also addresses the issues related to the use of restraint measures in a perspective that might appear more in line with the definitive overcoming of the practice of coercion as it used to be in asylums.