Lo scritto, incentrato sui rapporti tra scienza e diritto, analizza la tematica inerente all’individuazione dei possibili criteri volti a distinguere la “scienza nuova” dalla “scienza spazzatura”, onde evitare da un lato che le conclusioni processuali siano influenzate da apporti di pseudo esperti privi in realtà di ogni valenza scientifica e dall’altro che il mondo del diritto non possa fruire degli apporti offerti dai più recenti progressi scientifici. Particolare rilievo viene attribuito alle tematiche di carattere medico, con riferimento alla necessità di verificare la sussistenza del nesso causale nei procedimenti di omicidio colposo per la morte di lavoratori provocata dall’esposizione all’amianto. Sulla base delle osservazioni scientifiche concernenti il c.d. “effetto acceleratore” nello sviluppo del mesotelioma pleurico, viene sottolineato come, nel contesto del processo penale, per giungere ad un giudizio adeguatamente motivato occorra accogliere il “modello bifasico” delineato dalla pronuncia Franzese della Cassazione, in base al quale, in assenza di una norma scientifica di copertura a carattere universale, che permetterebbe il ricorso ad inferenze di tipo nomologico-deduttivo, occorre sviluppare un ragionamento che, prendendo le mosse da una ipotesi causale scientificamente accreditata sul piano probabilistico, deve trovare nelle contingenze del caso concreto la sua conferma o la sua falsificazione.
The paper, focused on the relationship between science and law, analyzes the issue inherent to the identification of possible criteria aimed at distinguishing “new science” from “junk science”. Must be avoided on the one hand that the procedural conclusions are influenced by contributions of pseudo experts devoid of any scientific value and on the other that the world of law cannot benefit from the contributions offered by the most recent scientific progress. Particular attention is given to medical issues, with reference to the need to verify the existence of the causal link in manslaughter proceedings for the death of workers caused by exposure to asbestos. On the basis of scientific observations concerning the so-called “accelerator effect” in the development of pleural mesothelioma, it is underlined how, in the context of the criminal trial, to reach an adequately motivated judgment it is necessary to accept the “biphasic model” outlined by the Franzese ruling of the Supreme Court, according to which, in the absence of a scientific norm of universal coverage, which would allow the use of nomological-deductive inferences, it is necessary to develop a reasoning which, starting from a causal hypothesis scientifically accredited on the probabilistic level, must find its confirmation or its falsification.