Le sentenze n. 14 e 15 del 2023, nelle quali la Corte costituzionale, da un lato, fa un uso esplicito dell’argomento comparatistico rinviando alle scelte legislative e giurisprudenziali di altri ordinamenti in materia di obbligo vaccinale e, dall’altro, rinvia alle indicazioni formulate dai competenti organismi internazionali ed europei, offrono lo spunto anche per affrontare il tema dell’utilizzo del metodo comparato da parte della Corte costituzionale italiana. La questione, nella prospettiva domestica, appare giuridicamente rilevante sia perché pone degli interrogativi circa il funzionamento stesso del sistema giustizia costituzionale in termini di ‘apertura alla società’ e di trasparenza dell’argomentazione; sia, poiché l’analisi di come la Corte affronta – anche metodologicamente – le questioni tecniche della scienza medica, finisce per porre in discussione lo stesso ‘tono costituzionale’ delle decisioni, aprendo scenari di rilievo in termini di cultura costituzionale, italiana e comparata.
Judgments no.14 and 15 of 2023, where the Constitutional Court, on the one hand, makes explicit use of the comparative argument referring to the legislative and jurisprudential choices of other jurisprudence in the field of vaccine mandate and, on the other, refers to the indications formulated by the competent international and European bodies, also offer the starting point to address the issue of the use of the comparative method of the Italian Constitutional Court. The issue, from a national perspective, appears to be legally relevant both because it raises questions about the very workings of the constitutional justice system in terms of ‘openness to society’ as well as transparency of the argument and, because the analysis of how the Court tackles – also methodologically – the technical issues of medical science, ultimately challenges the same ‘constitutional tone’ of the decisions, opening important scenarios in terms of constitutional culture, Italian as well as comparative.